Una santa sui pattini a rotelle

Pina Bausch

"Balla, balla, altrimenti siamo perduti"

Sinossi

Si può dire, senza rischio di esagerare, che nella geografia delle arti contemporanee esista un prima e un dopo Pina Bausch: con la sua originale "poesia del mondo", quest'autrice fuori dal tempo e dalle mode (dal ruolo d'iconoclasta finì per approdare, nel nuovo millennio, a quello di consacrata regista-coreografa), ha terremotato il panorama delle arti dal vivo.

Non solo ha affrancato il balletto dalle seduzioni dell'apparenza, restituendo al corpo un'inedita "loquacità esistenziale", nel senso di facoltà d'indagare i paesaggi più profondi e oscuri dell'essere; ma ha identificato, al di là della danza (il discorso riguarda, più in generale, l'essere in scena davanti agli altri), una zona di comunicazione in grado di toccare nuclei di ricettività presenti in ciascuno di noi e comprensibili in ogni latitudine del globo, a prescindere da consuetudini culturali.

Pina Bausch

Tra le più importanti e note coreografemondiali, inizia la carriera artistica a Solingen, città tedesca dove nasce nel 1940 ed esordisce giovanissima come attrice teatrale. Dopo gli studi a New York e un’esperienza come danzatrice al New American Ballet e al Metropolitan Opera, rientra in Germania e inizia a comporre le prime coreografie. Nel 1973 fonda il Tanztheater Wuppertal, e sin dal principio gli spettacoli iniziano a riscuotere un grande successo, raccogliendo riconoscimenti in tutto il mondo come, tra gli ultimi, il Leone d'Oro alla Carriera nel giugno del 2007.

I primi lavori traggono ispirazione a capolavori letterali e teatrali, ma è a partire dal 1978, con la creazione di Café Müller, che dà il via alla rivoluzione del Tanztheater. A questo spettacolo – il più autobiografico di Pina Bausch – considerato un manifesto per generazioni di artisti, fanno seguito Kontakthof (1978), Arien (1979), Keuschheitslegende (1979), Walzer (1982), Nelken (1982), Palermo, Palermo (1989), splendidi autoritratti dell'umanità di fine secolo. La Bausch ha il merito d’avere rivoluzionato il teatro, rendendolo fisico, vivente. A un anno dalla sua scomparsa, avvenuta nel 2009, la ventesima edizione del TTV Festival le ha dedicato una monografia.

Leonetta Bentivoglio

Laureata in filosofia all'Università degli Studi di Roma "La Sapienza", ha iniziato giovanissima a occuparsi di danza, come autrice e curatrice di libri (in particolare quelli dedicati a Pina Bausch) tradotti in diversi paesi e come consulente e direttore artistico di importanti festival teatrali e musicali (tra i quali "Oriente Occidente" di Rovereto di cui è stata direttrice artistica per dieci anni). È stata consulente coreografica per due film di Federico Fellini, La città delle donne e E la nave va.

Ha collaborato con i settimanali L'Espresso e Panorama. Dagli anni Ottanta scrive per le pagine culturali di «Repubblica», occupandosi prevalentemente di musica classica e letteratura. Ha firmato curatele e traduzioni. In particolare, per la collana i “Grandi Libri” di Garzanti, ha selezionato, curato e tradotto dall’inglese le short stories di Thomas Hardy.

Performance di Pina Bausch

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